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Ogm: pericolo o nuova frontiera della scienza? 

di Giuseppe Scaliati

Negli ultimi anni, la concentrazione mondiale di campi agricoli destinati soprattutto alla produzione transgenica di soia, colza e mais è notevolmente aumentata. A mettere i paletti alla commercializzazione degli alimenti transgenici sono stati l'Unione Europea e il folto gruppo degli oppositori costituito dalle associazioni di ambientalisti, consumatori e coltivatori.

Il dibattito sugli organismi geneticamente modificati è esploso in maniera considerevole durante il vertice dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) di Seattle nel '99. 

Infatti, buona parte del programma del summit venne dedicata alla questione dei brevetti sugli organismi geneticamente modificati, in altre parole le tecniche che impiegano materiale biologico, ossia vivente, soprattutto nell'agricoltura, la zootecnia e la medicina, modificando la struttura del DNA di un prodotto per ottenerne altri. 

Quindi, lo scopo della biotech è quello di trasferire particolarità genetiche da un organismo ad un altro. Per esempio immettere le componenti del DNA di un pesce artico, che produce una sostanza anticongelante, nella frutta o negli ortaggi per renderli resistenti al congelamento, oppure immettere dei geni nei prodotti alimentari in modo tale che resistano ai pesticidi, senza intaccarne le qualità. 

Negli ultimi anni, la concentrazione mondiale di campi agricoli destinati soprattutto alla produzione transgenica di soia, colza e mais è notevolmente aumentata.  Gli Stati Uniti, ad esempio, garantiscono il 70% della produzione planetaria, che aggiunta a quella argentina e del Canada sfiora di poco il 100 per cento.

A mettere i paletti alla commercializzazione degli alimenti transgenici sono stati l'Unione Europea e il folto gruppo degli oppositori costituito dalle associazioni di ambientalisti, consumatori e coltivatori. 

Alle proteste e boicottaggi di quest'ultimi si è aggiunta la Commissione Europea, che nel luglio scorso ha proposto l'obbligo di etichettatura sulle confezioni dei prodotti contenenti lo 0,5% di Ogm autorizzati.

Nonostante tutto, dal punto di vista scientifico gli Ogm hanno molti sostenitori che, sulla stessa linea delle multinazionali come la Monsanto, sostengono il ruolo fondamentale che essi potranno avere nel futuro per la lotta alla fame nel mondo, aumentando non solo la produttività delle piante, ma anche le tecniche di conservazione e coltivazione, variandone le caratteristiche nutrizionali ed organolettriche. Infine, la biotech secondo i suoi sostenitori, potrebbe rendere possibile la cura di importanti malattie. 

PILLOLE NEWS

Ogm: due italiani su tre chiedono indicazioni su etichetta

25/10/02  - E' quanto emerge dal rapporto Coldiretti-Ispo sugli italiani e l'alimentazione, presentato il 25 ottobre al Forum internazionale agroalimentare in corso a Cernobbio 

Due italiani su tre ritengono che l'eventuale presenza di Organismi geneticamente modificati nei cibi debba essere indicata obbligatoriamente in etichetta in tutti i prodotti alimentari; percentuale che raggiunge l'84% nel caso di laureati, mentre soltanto il 3% non lo considera necessario. Inoltre, nell'indagine viene evidenziato che il 57% degli italiani non trova necessario il consumo di prodotti alimentari Ogm, e il 63% individua invece ragioni negative sul loro consumo, fondate sulla mancanza di fiducia nella loro qualità (37%), mancanza di conoscenze (22%) e rischi per la salute (19%). Paolo Bedoni, presentando la ricerca ha aggiunto che quel che i consumatori chiedono soprattutto sicurezza alimentare e ambientale anche nei confronti degli Ogm'' e, quindi, bisogna ''continuare a garantire alimenti genuini, di qualità e rispettosi dell'ambiente''. 


Monsanto annuncia la pianta che resiste al deserto 
Ennesima scoperta per il ben dell'umanità?


22/10/2002  - Dopo il riso alle vitamine per combattere le malattie infantili, ed il mais ultraproduttivo per debellare la fame, ora arriva la pianta che cresce nel deserto (che avanza). La promette la Monsanto Italia , per bocca del suo presidente Jean Michel Duhamel. 

Link: Chi è Monsanto? 

Dal lato opposto, invece, Greenpeace ed altre associazioni non governative sostengono che l'applicazione della biotech all'agricoltura porterà sicuramente a conseguenze inimmaginabili ed incontrollabili minacciando seriamente la biodiversità, dando origine ad incroci impossibili in natura con l'inquinamento genetico involontario provocato dai resti o dalla dispersione degli Ogm.

La biotech, inoltre, potrebbe causare nuove allergie, oppure un aumento massiccio dell'uso dei pesticidi che non attaccano il prodotto alimentare, ma che vanno ad inquinare per esempio le falde acquifere.

Secondo un'accurata indagine compiuta dal quotidiano economico e politico Marketpress, il 60-70% degli europei sono fermamente contrari all'utilizzo di Ogm, addirittura l'italiani sono al primo posto con il 75%. Questo nonostante il crescente aumento dei prezzi dei prodotti agricoli, dovuto soprattutto ai cattivi raccolti per le più diffuse e numerose calamità naturali.

ARTICOLI COLLEGATI

Link: Il parere della Monsanto
Link:
L'opinione di Greenpeace 

 

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