\ Il Mensile di Informazione \ Dicembre 2002 \Business al verde

 


BUSINESS AL VERDE

Lo sviluppo economico del terzo millennio è legato alle opportunità offerte per la tutela e lo sviluppo dell'ecosistema, della biodiversità e di intere aree che sono rimaste ai margini dei processi di sviluppo economico. 


Nella programmazione dei fondi strutturali 2000 - 2006 la rete ecologica nazionale è stata indicata quale progetto strategico di riferimento per la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali e culturali del nostro Paese. Sono evidenti, dunque, le opportunità offerte per la tutela e lo sviluppo dell'ecosistema, della biodiversità e di intere aree che sono rimaste ai margini dei processi di sviluppo economico. La stessa crescita del turismo, che in passato ha determinato trasformazioni irreversibili del paesaggio, può essere favorita da tali politiche ed essere ragione di sviluppo e recupero dei beni storici, artistici e naturali.

In quest'ottica, dal 1983 Povia Landscape è stata la prima azienda privata ad occuparsi di sviluppo sostenibile, applicando il proprio knowhow nell'assistenza tecnica ai "Progetti di Agenda 21 Locale", nei programmi di sviluppo rurale"Leader Plus" e nella pianificazione, di aree ad alto valore ambientale, attraverso l'uso del G.I.S (Geographic Information System). Povia Landscape in tutti questi anni ha realizzato numerosi progetti nazionali e internazionali, ricevendo nel 1998 il primo premio, nel corso del convegno internazionale "REBUILD -

Nuove tecnologie per lo sviluppo sostenibile", per aver progettato una nuova metodologia destinata alla valorizzazione dei centri storici attraverso l'uso di fonti di energia rinnovabile e della bioclimatica. <<Un premio che - secondo il suo fondatore Bepi Povia, paesaggista ed esperto ambientale, intervistato da Ecomy - ha in un certo senso ricompensato lo sforzo fatto fin qui da Povia Landscape nel coniugare i principi della botanica, dell'agronomia e dell'ecologia con un'attenta analisi delle risorse storiche, culturali, economiche ed ambientali del territorio >>. 

La vostra missione aziendale sembra tesa a ristabilire un equilibrio tra l'uomo e natura, è così?

<< Esatto, i nostri obiettivi progettuali hanno la particolarità di creare un'integrazione armonica tra l'uomo e il suo ambiente naturale. Detto in altri termini, ecologia e sviluppo si fondono in una progettazione consapevole creando un equilibrio fra funzioni tecniche, filosofiche e sociali >>. 

Secondo il giudizio di molti ambientalisti, il Vertice di Johannesburg rappresenta un passo indietro per la sostenibilità ambientale. È così anche per lei o si può ancora parlare di sviluppo sostenibile?

<< In realtà credo che il Summit sudafricano abbia rappresentato più uno stop politico che tecnico. A dieci anni di distanza dal Vertice delle Terra di Rio, il Summit di Johannesburg non è stato in grado di ipotizzare nuove sfide e avviare un dialogo necessario e sereno tra le parti, poiché, secondo il mio punto di vista, è venuta meno l'unitarietà politica e di programmazione delle Nazioni Unite. 

Il segretario generale dell'Onu, però, davanti a una platea di capi di Stato e di governo riuniti per il vertice, ha lanciato un pesante j'accuse contro l'indifferenza che caratterizza la politica dei Grandi del pianeta, chiedendo a tutti di essere politicamente più coraggiosi.

<< Il problema vero è che lo sviluppo sostenibile, così come lo intendiamo noi, deve sì prevedere una programmazione istituzionale, ma, è necessario che parta innanzi tutto dal basso, dall'attore locale,

POVIA LANDSCAPE

Da oltre vent’anni Povia Landscape si occupa di progettazione e costruzione del paesaggio, realizzazione di Sistemi Informativi Geografici (GIS), pianificazione dell'Agenda 21 Locale, pianificazione agricola eco-sostenibile, ricerca e sviluppo di eco-tecnologie applicate al territorio. www.povialand.it

I TRE MOSCHETTIERI

BEPI POVIA 

E' responsabile dei settori Architettura del Paesaggio, Sistemi di Informazione Territoriale e Agricoltura Sostenibile.
Si è formato in Inghilterra, dove pure ha lavorato per alcuni anni.
Fra i suoi progetti, numerosi sono quelli che riguardano interventi di "progettazione integrata" in Austria, Germania, Francia e Italia.
Ha partecipato, insieme a partners internazionali, alla pianificazione di campi da golf con sistemi a basso impatto ambientale.
E' socio ordinario dell'AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) ed è consulente per il paesaggio dello CSAM (Centro per lo Sviluppo e l'Ambiente nel Mediterraneo).

ALFREDO DE LIGUORI 

E' il responsabile del settore ReS.
Laureato in Scienze Politiche nel 1997, si specializza nel management dell'innovazione e della protezione ambientale attraverso una serie di esperienze di studio e lavoro in Italia, Spagna e Costa Rica. E' il direttore tecnico della Progettazione.

GIULIO NUZZI 

Laureato in Architettura nel 1992, è specializzato in Evoluzione e Conservazione del Territorio.
E'iscritto all'Istituto Nazionale di Bioarchitettura di cui sposa i principi del costruire ecologico e del risparmio energetico.

 per creare nuovamente una cultura di "sviluppo consapevole" che i nostri avi ben conoscevano. Solo così si può pensare ad una società più attenta al futuro economico, al progresso sociale e al rispetto per l'ambiente >>. 


Esattamente da dove bisognerebbe cominciare?

<< Soprattutto dall'insegnamento delle discipline ambientali, sia nella scuola primaria che secondaria. È necessario che la cultura e il rispetto per l'ambiente passi attraverso i banchi delle scuole di ogni ordine e grado >>. 

Ad un neo imprenditore a caccia di soluzioni imprenditoriali in linea con il rispetto dell'ambiente, delle risorse economiche e sociali, cosa consiglierebbe?

<< Un settore trainante dell'economia in questo momento è senz'altro quello della ricerca scientifica applicata all'ambiente, partendo dal riciclaggio dei materiali al recupero delle ingombranti tecnologie obsolete. In questi giorni, tanto per fare un esempio, si sta parlando molto della rifunzionalizzazione dell'ex Italsider, ora acciaierie ILVA di Taranto.

Inoltre, sarebbe opportuno che nuove forze imprenditoriali cooperassero per attuare una parte dei programmi della FAO. Attualmente in Italia, ad esempio, gran parte delle arance che produciamo sono destinate al macero (poiché risulta antieconomico il raccolto), mentre in altri posti del mondo queste risorse alimentari, opportunamente recuperate e trasformate, potrebbero garantire un futuro migliore ad una grossa fetta di popolazione svantaggiata >>.

Per concludere, secondo lei, in questi ultimi anni il nostro Paese ha fatto abbastanza per integrare le questioni di carattere ambientale e sociale nelle politiche di sviluppo economico?

<< Grazie agli obiettivi imposti dal Summit di Rio, la situazione ambientale negli ultimi anni è migliorata molto anche nel nostro Paese. Ma non possiamo certo considerarci soddisfatti dei risultati raggiunti. Pertanto nei prossimi anni occorrerà operare di concerto con le politiche comunitarie, creare nuove partnerships trai i governi e le Ong (Organizzazioni non governative), incoraggiare diverse forme di accordi tra le istituzioni e la popolazione, anche su base volontaria e di autogestione, applicando finalmente la pianificazione partecipata della popolazione alle politiche ambientali e territoriali >>.

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